Corradino
di Svevia
«L’aquila
sveva portavo nel mio vessillo,
di
Corrado quarto fui unico erede e figlio.
“Stupor
mundi”, cioè “stupore del
mondo”,
fu
mio nonno, l’imperatore Federico secondo.
Col
nome di “Corradino” passai alla storia.
Breve
fu la vita mia, fulminea la mia gloria.
Rimasi
orfano di padre all’età di due anni,
ereditando
possedimenti in mano a tiranni.
Trascorsi
in Baviera la mia fanciullezza,
lontano
dall'agone italiano e la nefandezza.
Poi
il vento d’oltralpe, un gelido mattino,
soffiò
alla mia porta, al grido di “Corradino”.
Avendo
battuto mio zio Manfredi a Benevento,
Carlo
D’Angiò, in Italia, ebbe il sopravvento.
Marciai
contro le truppe angioine e papali,
per
riprendermi, di diritto, le mie terre reali.
Verona,
Pavia e Pisa mi aiutarono apertamente.
Entrato
a Roma, fui accolto trionfalmente.
Poi
a Tagliacozzo affrontai l’odiato Angioino,
qui
una dura sconfitta segnò il mio destino.
Mi
rifugiai dai Frangiapane, a Castel Astura,
tradito da Giovanni, finì la mia avventura.
Una bipenne mi tolse la vita, appena giovanotto:
Napoli, trenta ottobre milleduecentosessantotto,
Il
corpo dilaniato, abbandonato in riva al mare,
fu
ricoperto di pochi sassi dalla pietà popolare;
solo
le lacrime di mia madre e la sua premura
mi
permisero, poi, di avere una degna sepoltura.
E si
gridò giustizia per il mio sangue innocente;
quattordici
anni dopo, essa arrivò puntualmente:
al
vespero, nel giorno dell’Angelo del
Signore,
si
sollevò Palermo, scacciando l’usurpatore.»
(Pino
Bullara)
Note
-
Manfredi, zio di Corradino, nello scontro col papato
pretende e, di fatto, detiene la corona del regno di Sicilia,
come reggente del nipote; quindi ne usurpa il trono facendo
credere che il bambino fosse morto.
-
Giovanni Frangiapane, a Torre Asturia presso
Nettuno (Roma), tradisce Corradino, il quale viene decapitato a
Napoli, a Campo Moricino , attuale Piazza del Mercato, qui
venne edificata una chiesa, l'odierna Santa Croce e Purgatorio;
dove una colonna commemorativa porta l’iscrizione seguente:
«Asturis ungue leo pullum rapiens aquilinum, hic
deplumavit acephalumque dedit.»” Cioè: «Ad
Astura, il leone, rapendo l'aquilotto con le unghie, lo
spennò e lo decapitò.» Il corpo di Corradino
è sepolto nella vicina chiesa di Santa Maria del
Carmine, dove ogni anno, grazie ad un lascito votivo della
madre, si celebra una messa in suo suffragio.
- I
vespri siciliani: il 30 marzo 1282,
Lunedì di Pasqua, a Palermo, sul sagrato della Chiesa
dello Spirito Santo, i Siciliani si rivoltarono contro Carlo
D’Angiò. Grazie allo shibboleth “Ciciri”
(ceci), i siciliani individuavano i francesi uccidendoli.
Stupor mundi
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